“C’è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, all’assassinio, alla furia, e fino a quando tutta l’umanità, senza eccezioni, non avrà subito una grande metamorfosi, la guerra imperverserà: tutto ciò che è stato ricostruito o coltivato sarà distrutto e rovinato di nuovo; e si dovrà ricominciare da capo.”
Anna Frank
Il 7 aprile del 1944 Treviso viene bombardata dagli alleati. L’attacco provocò circa 1600 vittime fra i civili e la distruzione della quasi la totalità degli edifici, compresi i principali monumenti storici e artistici della città.
ANTONELLO HRELIA
ANTONELLO HRELIA
Antonio Hrelia è il presidente dell'Associazione Treviso 7 aprile 1944, nata il 7 aprile 1999, in concomitanza con le celebrazioni del 55º anniversario del bombardamento della città.
SERGIO BASSAN
SERGIO BASSAN
Sergio nel 1944 aveva 9 anni e mezzo, il 7 aprile si trovava insieme alla sua famiglia nel rifugio quando iniziarono a bombardare. Alla terza bomba si aprì uno squarcio, il padre prese per mano lui e il fratello e d'istinto li trascinò fuori dal rifugio. Seguirono il loro esempio anche un uomo e due donne e furono le uniche persone a salvarsi. Il fratello più grande di Sergio, che aveva 10 anni e mezzo, morì purtroppo nel rifugio.
DANILO VILLARDI
DANILO VILLARDI
Danilo ricorda che quel giorno c'era un assembramento davanti all'ingresso del rifugio, e tutti guardavano in aria. Al primo scoppio tutti si precipitarono dentro. La bomba cadde accanto al muro esterno del rifugio, ma le persone all'interno, Danilo compreso, furono catapultate in aria. Circa 60 persone morirono per lo spostamento d'aria causato dalla bomba, fra cui suo padre.
ROSALINDA CAVALLIN
ROSALINDA CAVALLIN
Rosalinda fu chiamata così per ricordare la più grande e la più piccola delle sorelline che morirono nel bombardamento. Quel giorno i suoi genitori erano seduti a tavola, quando cominciò a suonare l'allarme. Decisero di andare verso il rifugio, che era in realtà un paraschegge. Si sedettero su una panchina, la madre con la più piccola in braccio e gli altri accanto a lei. A causa dello scoppio della bomba la panchina si ruppe a metà e tutti sprofondarono.
MARIO CENDRON
MARIO CENDRON
Mario aveva 7 anni, con un gruppo di altri amici si stava recando al catechismo. Un amico aveva trovato a casa una scatola di detonatori per dinamite. Sergio fece dell'attrito con un chiodo causando uno scoppiò che gli portò via la mano sinistra. Lo scoppiò fu così forte che Mario perse la memoria, non ha, infatti, più nessun ricordo di ciò che successe prima dei sette anni.
DINO DANIOTTI
DINO DANIOTTI
Era il 28 febbraio 1946, Dino, presidente dell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, non aveva ancora otto anni e con un amico si stava dirigendo in chiesa per la confessione. Trovarono per terra un oggetto strano e cercarono di aprirlo, l'amico estrasse la sicura e fece scoppiare quella che in realtà era una bomba a mano. Dino perse un occhio e da allora ha una profonda repulsione nei confronti di qualsiasi arma.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 il territorio venne occupato dalle truppe germaniche. In questo periodo enormi distruzioni vennero causate dai bombardamenti aerei. Oltre al pesante bombardamento che colpì Treviso, ci furono altri massicci bombardamenti su Padova e Verona e in particolare Vicenza, anche questa quasi rasa al suolo. Enormi distruzioni patì in particolare poi il polo industriale di Marghera, ripetutamente colpito dai bombardamenti alleati. Il territorio veneto divenne quindi terreno delle azioni di guerriglia durante la Resistenza partigiana. Con la resa incondizionata dell’occupante tedesco il 29 aprile 1945 il Veneto venne infine liberato dal nazi-fascismo.