“Mai pensare che la guerra, non importa quanto necessaria, non importa quanto sia giustificata, non sia un crimine.”
Ernest Hemingway
Torino è stata una delle prime città italiane a essere bombardata, dopo appena ventiquattro ore dall’entrata in guerra da parte dell’Italia. I Vigili del Fuoco di Torino rimasero a fianco delle persone e condivisero la loro sofferenza. L’impegno profuso in quei drammatici momenti è stato premiato con l’assegnazione della Medaglia d’oro al valor civile.
MICHELE SFORZA
MICHELE SFORZA
Michele Sforza è un vigile del fuoco ed è responsabile dell'Archivio Storico dei Vigili del Fuoco di Torino. Sforza racconta che durante la guerra i vigili del fuoco toccarono con mano la sofferenza della gente, perché andavano in soccorso delle persone in difficoltà e, a suo avviso, la stima che la gente ancora oggi manifesta nei confronti dei vigili del fuoco deriva da quel periodo.
GIORGIO BIANCHI
GIORGIO BIANCHI
Giorgio ricorda che durante la guerra la città di Torino era completamente immersa nel buio, perché tutte le finestre dovevano essere oscurate con carta nera o blu per non far trapelare un filo di luce. Nelle strade le luci erano spente tutte le notti e si circolava con delle torce azzurrate. Giorgio racconta che venivano svegliati in piena notte dagli squilli delle sirene d'allarme e bisognava correre in cantina portando tutti gli oggetti di valore.
GUIDO VAGLIO
GUIDO VAGLIO
Storico di formazione, funzionario della città di Torino, ricopre l’incarico di Direttore dell’Associazione Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino dal 2006.
Durante la seconda guerra mondiale il Piemonte fu sede di attivi centri di resistenza partigiana: le Val Chisone, la Val d’Ossola, le Langhe e il Monferrato furono i più attivi centri della Resistenza piemontese. L’esercito tedesco, dal canto suo, compì rappresaglie e saccheggi nelle campagne, danneggiando anche molte città come Novara ed Alessandria. Il 5 aprile 1944, nel poligono di tiro del Martinetto, avvenne la fucilazione di otto alti membri del comitato militare piemontese del CLN, tra cui il generale Perotti. Al termine della guerra, l’Italia dovette cedere alcuni lembi di terra piemontese alla Francia, tra cui il Forte dello Chaberton, come stabilito dai trattati di pace.