IL MARTIRIO DI PEDESCALA

“E spenta ogni pietà, strage nefanda
di quel popul facean per tutti i liti:
fosse iustizia, o fosse crudeltade,
né sesso riguardavano né etade.”

Canto XI, ottava LII, versi 5-8
Ludovico Ariosto

Pedescala è un piccolo e tranquillo paese della vallata vicentina. Durante la seconda guerra mondiale, e più precisamente nelle giornate comprese tra il 30 aprile e il 2 maggio 1945, fu colpito da una strage. Le truppe tedesche decisero di giustiziare i civili del luogo, a colpi di fucili e fiamme, per rivendicare l’attacco subito da un gruppo partigiano locale. “Per ogni tedesco caduto, sarebbero dovuti cadere dieci italiani”.
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NORMA GIACOMELLI

NORMA GIACOMELLI

Poiché figlia di un fascista, da piccola provava timore nel camminare da sola per le strade di paese. Tutt’oggi, le urla dei bambini e delle donne sopravvissute a quel tragico rastrellamento, riecheggiano forti nei suoi ricordi.

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ORFEO GIACOMELLI

ORFEO GIACOMELLI

Suo padre, un impiegato statale dell’aeronautica civile, venne freddato da un colpo di fucile nella piazza del paese. Il resto della sua famiglia venne decimato dall’esplosione di una bomba di mortaio durante l’attacco ai civili.

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BRUNO SCALZERI

BRUNO SCALZERI

Testimone dell’orribile tragedia compiuta nella valle. La sua famiglia non venne mai colpita dai rastrellamenti che i fascisti erano soliti compiere con frequenza nelle case del paese, poiché il padre lavorava nel porto di Amburgo, riparando i danni dei bombardamenti, e la madre era di origini tedesche.

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GIOVANNA CLAUDIA PRETTO

GIOVANNA CLAUDIA PRETTO

Non era ancora nata, nel giorno in cui un tedesco irruppe nell’abitazione della sua famiglia, compiendo una strage. La madre, sopravvissuta, le diede i nomi del padre e del fratello.

Negli anni della Grande Guerra, in Veneto il conflitto fu sempre presente e molte delle sue terre furono scenario di aspre battaglie, al punto da diventare un centro nevralgico per gli scontri bellici. Trincee, costruzioni militari, crateri scavati da gigantesche mine o granate sono tutt’ora presenti sul suolo della regione, mentre sulle vette delle montagne persistono i resti degli osservatori e dei forti militari, testimonianze vivide delle migliaia di innocenti e delle loro vite perdute.

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