“La non-violenza è la più grande forza a disposizione del genere umano. È più potente della più potente arma di distruzione ideato dall’ingegnosità dell’uomo”
Mahatma Gandhi
L’importanza della prevenzione e l’attenzione alla pericolosità degli ordigni inesplosi e dei residui bellici è innegabile. Sull’intero territorio migliaia sono gli ordigni abbandonati. A distanza di anni la pericolosità delle bombe inesplose non è scomparsa. Le rimanenze della guerra, i suoi effetti possono protrarsi nel tempo, le bombe, le mine, non rispettano gli accordi di pace o la quotidianità di un bambino che gioca nei campi. Ci vuole cultura, informazione e una continua bonifica.
NICHOLAS MARZOLINO
NICHOLAS MARZOLINO
Studente di agraria che a Novalesa, mentre piantava patate con due amici, ritrovò una Breda 35, una bomba a mano, residuo della seconda guerra mondiale. Perse una mano e ha tutt’oggi numerosi problemi alla vista a causa di quel “lumino da camposanto”.
LORENZO BERNARD
LORENZO BERNARD
Amico di Christian e studente di agraria, si trovava con lui al momento dell’esplosione. Tutt’oggi ha gravi problemi alla vista e si è finora sottoposto a 7 operazioni chirurgiche per colpa di quella Breda 35.
MARESCIALLO LGT FABIO CORPUS
MARESCIALLO LGT FABIO CORPUS
Si occupa d’istruzione e riconoscimento delle mine inesplose presenti sul territorio nazionale e gli interventi adeguati per bonificare un’area con le corrette misure di sicurezza.
AGNES MARCAILLOU
AGNES MARCAILLOU
Direttrice dell’United Mine Action Service, si impegna per coordinare informazioni, formazione, bonifica e aiuto alle popolazioni locali per quanto riguarda i residui bellici e le mine inesplose.
VITO ALFIERI FONTANA
VITO ALFIERI FONTANA
Direttore delle Operazioni di Sminamento, lavorò dal ’67 al ’99 nella produzione di mine finché non realizzò le conseguenze della sua scelta lavorativa. Da allora lavora allo sminamento umanitario per bonificare le aree piagate dalle mine inesplose.
GIOVANNI LAFIRENZE
GIOVANNI LAFIRENZE
Assistente tecnico BCM si occupa da anni di informare sulla pericolosità degli ordigni inesplosi e del residuato bellico.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Piemonte è stato uno dei principali centri di Resistenza antitedesca e della Lotta Partigiana. A 70 anni dalla fine della guerra però questo territorio racchiude ancora una sofferta eredità: bombe arrugginite, spesso racchiuse in involucri consumati, in apparenza innocue. A volte affiorano dagli scavi di un cantiere o spuntano fuori da una vecchia soffitta. Il Piemonte è la regione più segnata dal ritrovamento di ordigni inesplosi, nel 2016 più di 20 bombe inesplose sono state disinnescate.
