”Come giudicherà la storia invece noi, gli altri, abbastanza avveduti, indipendenti e forti per esserci resi conto che la disfatta era inevitabile, ma che ciò nonostante abbiamo continuato a batterci e a versare il nostro sangue?”
Gregorio Diamare (vescovo-abate di Montecassino),
dichiarazione rilasciata al tenente Deiber dopo il bombardamento del monastero
Montecassino è uno dei territori italiani più segnato dagli episodi bellici della Seconda Guerra Mondiale. Fu teatro di una serie di assalti militari degli alleati contro i tedeschi, cominciati il 17 gennaio e terminati nel Maggio inoltrato del 1944. Migliaia le vittime civili dei bombardamenti, più di 900 gli stupri di donne e bambine. Il sangue nelle strade ma una volontà viva di ricostruire e mantenere viva la memoria.
ROBERTO MOLLE
ROBERTO MOLLE
Scrittore storico di numerosissimi volumi sulla storia di Cassino, avvocato e Direttore del ``Cassino War Memorial``.
NICOLA FRANCESCONE
NICOLA FRANCESCONE
Testimone diretto delle atrocità e delle barbarie che videro Cassino vessata dalle potenze militari e dalla violenza della guerra. Era solo un bambino all’epoca dei fatti.
ANDREA PALLIOTTA
ANDREA PALLIOTTA
Si visse direttamente la violenza dei bombardamenti, il dolore, gli stenti e la fatica della ricostruzione di una città vessata e distrutta e le ondate di stupri della fanteria marocchina.
ANNUNZIATA SAMBUCCI
ANNUNZIATA SAMBUCCI
Assistette da vicino sia ai bombardamenti sia ai risvolti violenti della guerra, era solo una ragazzina quando centinaia di sue compagne vennero barbaramente violentate, al tempo in cui “non c’erano più lacrime per piangere”.
FRANCESCO GIGANTE
FRANCESCO GIGANTE
Vide la madre e la sorellina dilaniate dalle granate, la violenza dei bombardamenti, una madre che ricomponeva il corpo del figlio, le atrocità della guerra e i suoi effetti sulla popolazione civile.
GIUSEPPE TROIANO
GIUSEPPE TROIANO
Era solo un ragazzo all’epoca, visse in prima persona l’ondata di morte e devastazione che vide Cassino protagonista, con i suoi morti, le case distrutte e lo sfollamento con i pochi averi rimasti intatti.
Il Lazio fu certamente tra le regioni italiane più segnate dal passaggio della guerra. Due fronti aperti – quello della “Linea Gustav“ sul Garigliano e quello di Anzio/Nettuno – sui quali si svolgono intensi combattimenti, l‘altissima concentrazione di truppe, in primo luogo tedesche, la martellante attività aerea alleata, le evacuazioni forzate e le difficoltà di approvvigionamento, requisizioni e repressione antipartigiana travagliano la vita della popolazione di questa regione. La presenza tedesca fu particolarmente consistente. Una intera armata, la 14a, forte di 145000 uomini, e buona parte dei 174000 della 10a armata erano dislocati sul suo territorio.