LA STRAGE DEI MINATORI

“La polvere il sangue le mosche e l’odore
per strada fra i campi la gente che muore
e tu, tu la chiami guerra e non sai che cos’è
e tu, tu la chiami guerra e non ti spieghi il perché.”

Fabrizio De Andrè

Tra il 13 e il 14 giugno 1944 furono uccisi 83 persone tra le frazioni di Niccioleta e Castelnuovo, del comune di Massa Marittima. Ottantatre minatori, padri, figli, dai venti ai quarant’anni. Barbaramente trucidati dalle truppe fasciste e tedesche. Rastrellati dalle case, pestati, ammazzati con la falsa speranza di essere usati per la centrale geotermica del Larderello. Il Vallino, luogo dell’eccidio, ne conserva ancora il doloroso ricordo.
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MINATORI DI NICCIOLETA

MINATORI DI NICCIOLETA

I minatori barbaramente uccisi nella strage di Niccioleta, scambiati per partigiani e fucilati per aver difeso il proprio posto di lavoro.

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ILDA GORINI

ILDA GORINI

Testimone oculare della strage di NIccioleta. Vide la fucilazione dalla sua casa, sentì le raffiche di mitra e portò la notizia in paese.

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ANDREA CAMILLERI

ANDREA CAMILLERI

Andrea Calogero Camilleri (Porto Empedocle, 6 settembre 1925) è un prominente scrittore, saggista, sceneggiatore e regista del panorama letterario italiano.

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KATIA TADDEI

KATIA TADDEI

Scrittrice e ricercatrice storica. Si occupa da anni dell’eccidio di Niccioleta in quanto realtà storica a lei vicina.

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TONINO PIZZATI

TONINO PIZZATI

Ex Minatore e parente di alcune delle vittime. Era solo un bambino quando si compì la strage.

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ALFIERO GIUSTI

ALFIERO GIUSTI

Testimone oculare che assistette alle esecuzioni compiute in paese. Sei uomini uccisi con pretesti, scambiati per partigiani.

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ENNIO SENSI

ENNIO SENSI

Insegnante e storico. Ripercorre la storia di Niccioleta con i suoi studenti per sottolineare il valore della memoria.

Tra l’autunno del 1943 e quello del 1944, settant’anni or sono, la Toscana fu investita in pieno dalla guerra. Per i tedeschi divenne cruciale come serbatoio di risorse e transito di materiali e truppe per il fronte meridionale, oltreché caposaldo da difendere per approntare la Gotica e impedire uno sbarco alle spalle del fronte. Per ragioni speculari, anche gli Alleati aggredirono massicciamente la Toscana, bombardando a tappeto l’area costiera, le vie di comunicazione e le maggiori infrastrutture. Da Arezzo a Livorno, numerosi centri subirono distruzioni ingenti, migliaia di morti e decine di migliaia di famiglie costrette a sfollare.

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