“Nei tempi antichi è stato scritto che è dolce e opportuno morire per la propria patria.
Ma nella guerra moderna non c’è niente di dolce e opportuno nella morte.
Si muore come cani senza un valido motivo.”
Ernest Hemingway, Appunti per la prossima guerra
All’indomani dell’8 settembre del 1943 nel comune piemontese di Boves si riuniscono gli “sbandati” della IV armata, un gruppo di giovani che in attesa di rientrare a casa diede origine alle prime formazioni partigiane.
Il 19 settembre 1943 Boves viene messa a ferro e fuoco dai nazisti, si tratta del primo eccidio commesso in Italia.
MACARIO NATALE
MACARIO NATALE
Nel 1943 Macario scelse ``la strada della montagna``, cioè di opporsi agli invasori. Macario aspettò che passasse la terribile notte del 19 settembre e la mattina seguente ritornò a casa. I suoi genitori, per fortuna, erano ancora vivi, ma la sua casa era un mucchio di cenere. In seguito, Macario viene catturato insieme ad altri dalle Brigate Nere. Dopo 10 giorni li consegnarono ai tedeschi, vennero caricati sui carri bestiame diretti in Austria.
GIULIANO SERGIO
GIULIANO SERGIO
Giuliano racconta la storia di Adriana Filippi, una giovane maestra torinese che chiede il trasferimento fuori dalla città sperando di raggiungere un posto tranquillo e lontano dai bombardamenti e così viene assegnata a San Giacomo di Boves. Nel giro di pochi giorni vede arrivare centinaia di sbandati che si organizzeranno per fronteggiare i tedeschi.
LUISA CAVALLERA
LUISA CAVALLERA
Luisa il 19 settembre si trovava davanti al municipio con suo padre quando all'improvviso vide arrivare una macchina scoperta con due tedeschi sopra. Nel momento in cui i tedeschi appiccarono il fuoco cominciò a scappare e ricorda che via Roma era tutta in fiamme. Il giorno dopo fece ritorno a casa con la sua famiglia, lei e i suoi familiari videro che era tutto bruciato e non sapevano ancora niente della sorte toccata a Don Bernardo e all'ingegnere Vassallo.
ADA GIRAUDO
ADA GIRAUDO
Ada ricorda che era impossibile cercare di scendere giù fino a Sant'Anna per mettersi in salvo, perché chiunque passasse di lì veniva ucciso.
MICHEL E PIERO AGNESE
MICHE E PIERO AGNESE
Michel e Piero ricordano che il 19 settembre si trovavano con i nonni, i quali coraggiosamente riuscirono a impedire che fossero uccisi dai tedeschi.
FRANCA RAMERO
FRANCA RAMERO
Franca ricorda vividamente i corpi delle due vittime morte carbonizzate.
FORMAZIONI PARTIGIANE
FORMAZIONI PARTIGIANE
Alla metà di settembre i nuclei più forti di partigiani erano nell'Italia settentrionale, circa 1.000 uomini, di cui 500 in Piemonte, mentre nell'Italia centrale erano presenti circa 500 combattenti, di cui 300 raggruppati nei settori montuosi di Marche e Abruzzo. I primi raggruppamenti si costituirono nelle Prealpi e nel Preappennino per facilitare gli approvvigionamenti dalla pianura e per poter disporre di aree arretrate di sicurezza in alta montagna.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Piemonte è stato uno dei principali centri di Resistenza antitedesca e della Lotta Partigiana. A 70 anni dalla fine della guerra però questo territorio racchiude ancora una sofferta eredità: bombe arrugginite, spesso racchiuse in involucri consumati, in apparenza innocue. A volte affiorano dagli scavi di un cantiere o spuntano fuori da una vecchia soffitta. Il Piemonte è la regione più segnata dal ritrovamento di ordigni inesplosi, nel 2016 più di 20 bombe inesplose sono state disinnescate.